Alimentazione equina – le basi

Per essere in grado di gestire il piano alimentare di un cavallo bisogna prima di tutto comprendere il funzionamento del sistema digerente. La maggior parte dei cavalli riceve una razione di mangime eccessiva e, di conseguenza, assumono troppa energia. Ne conseguono malattie legate all’alimentazione. Il fabbisogno alimentare varia non solo in base alla razza ma anche allo stile di vita, dell’età, dello stato di salute, della taglia e del livello di attività del cavallo.

Indipendentemente dalle differenti esigenze riguardo l’alimentazione, tutti i cavalli possiedono lo stesso sistema digerente. In questa guida ti spieghiamo le particolarità dei processi digestivi degli equini e che cosa dovrebbe sapere ogni cavaliere in modo da prevenire malattie legate all’alimentazione.

L’apparato digerente equino – un sistema delicato mantenuto in equilibrio dai batteri

Cavità orale

Il cavallo afferra il cibo principalmente con l’aiuto delle labbra, della lingua e talvolta degli incisivi. I cavalli sono dei veri buongustai: la loro cavità orale presenta fino a 35.000 papille gustative. Per intenderci: gli umani ne hanno solamente 10.000. Per un cavallo è dunque possibile selezionare e scartare un ingrediente del muesli che non gradisce.

Nella cavità orale il cibo viene sminuzzato dai molari e mescolato alla saliva. Questo passaggio è indispensabile per rendere il bolo più scivoloso in modo da facilitare gli altri processi digestivi. Tuttavia, la saliva non contiene enzimi amiolitici, motivo per cui la predigestione nella cavità orale avviene solamente attraverso lo sminuzzamento del cibo. Questo è il motivo per cui il cavallo ha bisogno di molto tempo e tranquillità per mangiare. Per un chilo di foraggio grezzo un cavallo di taglia grande necessita di circa 40-50 minuti mentre per un chilo di mangime avrà bisogno di circa 10 minuti. Se il cavallo non ha a disposizione il tempo necessario oppure è sotto stress, potrebbe iniziare ad ingozzarsi. Specialmente i mangimi completi potrebbero accumularsi, non masticati, nell’orifizio dello stomaco e provocare un’ostruzione esofagea.

Il nostro consiglio:

Se il tuo cavallo tende a mangiare velocemente il suo mangime, disponi alcuni grandi sassi tondeggianti all’interno della mangiatoia. Questi aumenteranno il tempo di assimilazione.

Ma attenzione: questi sassi non devono essere dei blocchi di sale. Qui scoprirai perché.

Stomaco

Lo stomaco del cavallo è relativamente piccolo se rapportato alle dimensioni dell’animale. Lo stomaco di un cavallo può contenere da 7 fino a 10 litri ed è in grado di espandersi fino a raddoppiare le sue dimensioni. Tuttavia questo rappresenta un grande sforzo fisico per il corpo e può provocare gravi coliche. Per evitare che ciò accada è necessario sapere quanto segue:

Se il cavallo ha a disposizione tempo e tranquillità a sufficienza per mangiare, il cibo raggiungerà lo stomaco ben sminuzzato e mescolato alla saliva. Questo gli permetterà quindi di attraversarlo rapidamente.

Se invece il mangime non è stato sufficientemente sminuzzato oppure mescolato alla saliva, i succhi gastrici avranno difficoltà a scomporre il cibo. Quest’ultimo rimarrà a lungo nello stomaco, causando un espansione anomala della parete gastrica.

Questo fenomeno si aggrava se si somministra al cavallo prima il mangime e poi il fieno. Il mangime giace pesantemente sul fondo dello stomaco e ci rimane a lungo. Se a questo si aggiunge anche il fieno a l’acqua (saliva) lo stomaco risulta eccessivamente pieno, provoca forti dolori e il cavallo potrebbe avere una colica. Proprio per questo motivo si consiglia di somministrare il fieno almeno 30 minuti prima del mangime, così da saziare il cavallo e fare in modo che mastichi correttamente il mangime.

Intestino tenue

L’intestino tenue del cavallo è lungo 20 metri ed ha una superficie ancora maggiore grazie ai villi intestinali (estroflessioni delle mucose intestinali). All’interno dell’intestino tenue le proteine, i grassi e i carboidrati semplici vengono scomposti in molecole più piccole. Per far ciò il fegato secerne della bile direttamente all’interno del contenuto dell’intestino. Visto che il cavallo non possiede la cistifellea e quindi non è in grado di immagazzinare la bile, quest’ultima viene rilasciata continuamente dal fegato.

A causa della scarsa attività enzimatica, le capacità dei cavalli di assimilare gli amidi sono davvero basse. Proprio per questo motivo è importante somministrare al proprio cavallo solo amidi facilmente digeribili e sempre in quantità limitate, come nell’avena. I mangimi con un alto contenuto di amidi sono difficili da digerire (per es. mais) e dovrebbero subire un trattamento idrotermico che ammorbidisce i chicchi con il calore e l’umidità e li rende dunque più facilmente digeribili per il cavallo.

Gli amidi che non vengono assorbiti all’interno dell’intestino tenue, finiscono nel crasso, dove compromettono l’equilibrio della flora intestinale. I microbi che si trovano qui e che sono di vitale importanza per il cavallo, muoiono a causa del calo del pH e dei processi di fermentazione. Pertanto è importante considerare una buona digeribilità degli amidi a livello prececale durante la selezione del mangime.

Intestino crasso: il fulcro dei processi digestivi

Il cavallo dispone di circa 20 chili di batteri all’interno dell’intestino crasso che sono i responsabili degli importantissimi processi digestivi. I batteri devono essere ben nutriti perché altrimenti la flora intestinale potrebbe subire degli squilibri. Nel giro di 33-44 ore i microrganismi scompongono il bolo ed i tessuti vegetali di sostegno, come cellulosa, emicellulosa e pectina, che sono difficilmente digeribili. Facendo questo vengono rilasciati acidi grassi, vitamine del gruppo B e oligoelementi che vengono assorbiti dalle pareti dell’intestino.

Gli alimenti ingeriti determinano la composizione della flora intestinale. I batteri presenti in quest’ultima, una volta adattati al cibo, si riproducono a seconda della composizione degli alimenti presenti. I cambiamenti della dieta vanno sempre affrontati con grande attenzione in quanto, se effettuati repentinamente, possono danneggiare i batteri. Inoltre, anche gli alimenti inadeguati, come il silato di fieno e di erba, possono danneggiare la flora intestinale. In seguito alla fermentazione il cibo non contiene più i componenti vegetali difficilmente digeribili di cui si nutrono i microbi, che quindi muoiono.

Più il bolo procede all’interno dell’intestino crasso e maggiore sarà la quantità di acqua che gli viene tolta. Verso l’estremità finale dell’intestino le estroflessioni danno la tipica forma alle feci prima che vengano espulse.

Le 10 regole d’oro dell’alimentazione equina

1. Il fieno prima di tutto

Per quelli che una volta erano i cavalli delle steppe, il foraggio grezzo sottoforma di fieno di alta qualità ha la priorità assoluta nell’alimentazione. La frazione secca (ca. 88 %) ed il contenuto di fibre grezze costituiscono le basi nutritive per i batteri della flora intestinale. Pertanto, il cavallo dovrebbe avere a sua disposizione 1,5 chili di fieno ogni 100 kg di peso corporeo al giorno. Per un cavallo a sangue caldo da 600 kg sarebbero dunque circa 9 chili di fieno. I cavalli che vivono in un box con i trucioli dovrebbero ricevere almeno 2 chili di fieno ogni 100 kg di peso corporeo, così da evitare lunghe pause senza foraggio.

Per evitare l’insorgere di coliche il cavallo dovrebbe ricevere il fieno almeno 30 minuti prima del mangime.

2. Assimilazione lenta con poche pause e piccole quantità

Lo stomaco del cavallo produce continuativamente acidi gastrici. Per evitare che le pareti gastriche vengano danneggiate da questi acidi corrosivi e che ci creino ulcere gastriche, lo stomaco dovrebbe avere sempre a disposizione del cibo da scomporre. Le pause tra una razione di foraggio e l’altra non devono superare le quattro ore.

A causa del volume ridotto dello stomaco di 7-10 litri, il cavallo dovrebbe ricevere tante piccole porzioni distribuite nell’arco della giornata. Con una sola paletta di avena (ca. 1-1,5 chili) più la saliva (ca. 3 litri) lo stomaco è già riempito per metà. Per evitare di colmare eccessivamente lo stomaco bisogna suddividere la razione in alcune porzioni più piccole. L’ideale sarebbe 3 o più porzioni al giorno.

Per allungare i tempi di assimilazione ed evitare che il cavallo mangi troppo freneticamente, si può ricorrere alle reti per fieno. Per quanto riguarda il mangime invece si possono posizionare dei grandi sassi tondeggianti all’interno della mangiatoia.

3. Moderare l’apporto di proteine

Le proteine contengono aminoacidi essenziali che svolgono un importante funzione plastica e strutturale. Tuttavia l’apporto proteico deve essere adeguato all’intensità dell’attività svolta dal cavallo e al suo fabbisogno. L’apparato digerente del cavallo è in grado di tollerare un eccesso di proteine da due fino a tre volte superiore a quello necessario. Tuttavia, un dosaggio eccessivo prolungato nel tempo danneggia il fegato e i reni e potrebbe anche causare gravi malattie metaboliche. La maggior parte dei cavalli impegnati a livello amatoriale svolge solamente attività leggere ed il fieno ricopre perfettamente il loro fabbisogno proteico.

Lo sapevi che

Alcuni studi hanno dimostrato che la laminite non è dovuta ad un eccessivo apporto proteico, bensì ad un eccesso di fruttani ed amidi. Un sovraccarico continuativo di polisaccaridi come i fruttani, presenti nell’erba in grandi quantità, porta a gravi squilibri della flora intestinale e quindi anche alla morte di diversi microrganismi indispensabili. Le tossine rilasciate finiscono nel sangue e causano l’acidosi dell’intero organismo e l’infiammazione della membrana basale.

4. Attenzione agli eccessi di amidi

La digestione degli amidi nel cavallo avviene a livello prececale e solo con scarsa scissione enzimatica, questo significa che gli amidi vengono prevalentemente assorbiti dall’intestino tenue. Gli amidi che non vengono assorbiti proseguono nell’intestino crasso dove generano squilibri della flora intestinale. Questo provoca la morte di diversi microrganismi intestinali che rilasciano endotossine che finiscono nel sangue. Un’altra conseguenza può essere la fermentazione e dunque flatulenza, tensione addominale e irritazioni alle mucose intestinali. Quando le mucose sono infiammate, la capacità di assorbimento dei nutrienti, dei minerali e degli oligoelementi sono notevolmente compromesse. Pertanto, durante la selezione del mangime, bisogna prestare particolare attenzione al contenuto di amidi facilmente digeribili. Proprio per questo motivo l’avena è adatta come mangime primario perché ha un basso contenuto di amidi rispetto ad altri alimenti ed è facilmente digeribile. Se si desidera somministrare grandi quantità di avena al proprio cavallo bisogna suddividere la razione in almeno tre porzioni da offrire durante l’arco della giornata.

Contenuto di amidi in diversi alimenti:

1 chilo di avena contiene circa 390 g di amidi

1 chilo di mais contiene circa 650 g di amidi

1 chilo di fieno contiene circa 18 g di amidi

L’apporto ideale per un cavallo sarebbe di 1 g di amidi ogni kg di peso corporeo e pasto. Questo significa che un cavallo che pesa 500 kg non dovrebbe ricevere più di 1,3 kg di avena per pasto.

5. Gli integratori minerali sono d’obbligo

Il cavallo ha bisogno di macro e microelementi per mantenere attive le diverse funzionalità dell’organismo. Tra i macroelementi troviamo calcio, potassio, magnesio, sodio, fosforo, cloro e zolfo. Per i cavalli è particolarmente rilevante corretto un rapporto fosforo-calcio (Ca:P) di 1 fino a 3:1. Questi due macroelementi rappresentano fino al 70 % dei sali minerali presenti nell’organismo e vengono immagazzinati principalmente all’interno delle ossa. Un rapporto Ca:P squilibrato può portare alla demineralizzazione delle ossa che causa dolori, fratture ossee ed osteoporosi. Di norma il fabbisogno giornaliero di calcio e fosforo viene coperto da 1,5 kg di foraggio grezzo ogni 100 kg di peso corporeo. Se la quantità di foraggio è inferiore a quella raccomandata è necessario ricorrere ad un integratore minerale con un buon rapporto Ca:P per compensare lo squilibrio creato.

Tra i microelementi troviamo zinco, ferro, rame, manganese, iodio, selenio e cobalto. L’agricoltura intensiva ha impoverito il suolo, il che genera carenze di zinco, selenio e rame nell’erba e nel fieno. La mancanza di nutrienti dovrebbe essere quindi compensata con un buon integratore minerale.

6. Sì agli oli, ma con moderazione

I lipidi sottoforma di oli hanno un’importante funzione energetica e vengono spesso impiegati nell’alimentazione di cavalli sportivi e cavalli che seguono una dieta priva di cereali. Solo 50 millilitri di olio apportano al cavallo 2 mega joule (MJ) di energia. I cavalli impegnati solamente a livello amatoriale non necessitano di questo tipo di energia e non dovrebbero quindi ricevere oli nelle loro razioni di mangime.

Un eccessivo apporto di lipidi potrebbe ostruire lo svuotamento gastrico e limitare l’attività microbica all’interno dell’intestino crasso. Pertanto, il cavallo dovrebbe ricevere non più di 1-1,5 g di olio per kg di peso corporeo al giorno. Questo quantitativo va suddiviso in diverse porzioni da somministrare nell’arco della giornata.

Gli oli facilmente assimilabili per il cavallo sono quelli di soia, semi di girasole, colza, lino e cardo mariano.

7. Stabilire degli orari fissi per i pasti

I cavalli sono degli animali molto abitudinari e hanno un orologio biologico molto preciso. Per evitare di generare stress prima e durante i pasti, è consigliabile stabilire degli orari ed una sequenza fissi per la somministrazione del cibo. La soluzione ideale per il mangime sono i distributori automatici. In questo modo i cavalli non si innervosiscono e non mangiano avidamente ed è possibile evitare danni alle pareti e alle sbarre del box.

8. Modificare la dieta gradualmente

L’apparato digerente equino è molto delicato ed è facile generare squilibri all’interno di esso. Cambiamenti improvvisi della dieta creano scompensi della flora batterica intestinale non indifferenti. Quest’ultima infatti ha bisogno di una fase di adattamento al nuovo piano alimentare, così da potersi adeguare e riprodurre di conseguenza. Tieni sempre conto di almeno due settimane di tempo per effettuare i cambiamenti alla dieta durante la quale sostituirai piccole porzioni del vecchio mangime con quello nuovo.

Quando si effettuano modifiche alla dieta, l’aspetto più importante sono i componenti analitici e non la tipologia di mangime in sé. Questo significa che se il mangime nuovo ha gli stessi componenti analitici di quello vecchio, non sarà necessario alcun periodo di transizione dall’uno all’altro.

Bisogna però prestare particolare attenzione quando si passa dal foraggio invernale (solo fieno) al foraggio estivo (erba del pascolo) e viceversa. Infatti durante l’estate i batteri della flora intestinale, responsabili per la digestione delle fibre vegetali del fieno, sono quasi inesistenti. Questi batteri devono dunque formarsi nuovamente, motivo per cui, alla fine dell’estate, bisogna somministrare al cavallo anche del fieno assieme all’erba del pascolo. Allo stesso modo, anche all’inizio della stagione del pascolo, il passaggio dal fieno all’erba deve essere graduale.

9. Lasciare acqua fresca e potabile sempre a disposizione

L’acqua riveste un ruolo molto importante per un apparato digerente equilibrato, per un’ottima termoregolazione e per un metabolismo bilanciato.

Un cavallo necessita di 5-13 litri di acqua ogni 100 kg di peso corporeo. Ciò significa che un cavallo da 600 kg beve tra i 30 e gli 80 litri di acqua al giorno. La quantità di acqua varia anche in base alla temperatura esterna e all’intensità dell’attività svolta dal cavallo.

Assicurati che il cavallo abbia sempre accesso all’acqua pulita, inodore e potabile.

10. Blocchi di sale sempre a disposizione

Un cavallo sudato a causa del training o delle temperature esterne, perde un quantità notevole di elettroliti attraverso il sudore. Ogni litro di sudore può contenere fino a 8,5 g di cloruro di sodio. Questa perdita di elettroliti può essere compensata per mezzo di un blocco salino.

Non posizionare il blocco da leccare all’interno della mangiatoia, ma appendilo nel box oppure disponilo in un apposito supporto così che rimanga pulito. Se il blocco è dentro la mangiatoia, il cavallo si vedrà costretto ad assumere del sale quando in realtà non ne ha bisogno, il che non è ideale per la sua salute.

I puledri non ancora svezzati non dovrebbero avere accesso ai blocchi di sale, perché questi potrebbero causare diarrea.

I cavalli che in età adulta mordono il blocco di sale, molto probabilmente hanno avuto accesso illimitato al sale quando erano dei puledri. Questi cavalli dovrebbero dunque avere a loro disposizione il blocco di sale solamente quando hanno sudato.

LE 10 REGOLE D’ORO DELL’ALIMENTAZIONE EQUINA

Che tipologie di mangimi ci sono?

È possibile suddividere i mangimi in base agli ingredienti contenuti. Conoscere i diversi tipi di mangime ti permetterà di creare il piano alimentare ideale per il tuo cavallo in base ai suoi fabbisogni.

Übersicht über die verschiedenen Arten von Pferdefutter

Di quanto mangime necessita il mio cavallo? L’abc per la gestione delle razioni

Per un cavallo che vive allo stato brado, essere sottopeso o sovrappeso può mettere a repentaglio la sua vita. Anche se i nostri cavalli non devono scappare dai predatori, il loro apparato locomotore e metabolismo sono strutturati per supportare un peso corporeo ideale. Per poter raggiungere o mantenere questo peso è necessario adattare la razione al livello di attività fisica del cavallo.

Non bisogna dimenticare che ogni cavallo è unico. Anche per cavalli della stessa razza bisogna comunque considerare singolarmente i seguenti fattori: stile di vita, tipologia di attività svolta, età stato di salute e condizioni fisiche.

Quali sono gli aspetti più importanti per la gestione delle razioni?

  1. La base per il calcolo della razione corretta è il peso del cavallo che può essere determinato in maniera assai precisa con l’aiuto di un’apposita bilancia per cavalli. Se questa non dovesse essere disponibile si può sempre prendere le misure del cavallo ed utilizzare la seguente formula:
    Circonferenza toracica (cm)² x lunghezza tronco (cm) / 11900.
    Questa stima è attendibile, tuttavia potrebbero esserci delle differenze di +/- 20 kg.
  2. Valutazione dell’aspetto esteriore del cavallo: „l’occhio del padrone ingrassa il cavallo“ è un proverbio che si adatta benissimo all’alimentazione dei cavalli. Infatti anche se la razione è adeguata al fabbisogno del cavallo, il metabolismo potrebbe mandare a monte tutti i piani. Anche alcune malattie, lesioni oppure il cambio del pelo giocano un ruolo importante. Bisogna quindi tenere sempre sotto controllo l’aspetto esteriore del cavallo ed, eventualmente, adattare il suo piano alimentare.
  3. Body score index: come linea guida per la valutazione dell’aspetto esteriore del cavallo, il body score index può fare chiarezza riguardo la muscolatura e gli accumuli di massa grassa. Questo valore è compreso tra 1 denutrito, 5 buono e 9 estremamente obeso. L’aspetto esteriore ideale varia anche in base alla razza. Il BSI ideale per un cavallo arabo è circa 4, mentre per un cavallo norvegese il valore standard è 6. Viene valutato l’accumulo di massa grassa in diverse aree del corpo come collo, garrese, colonna vertebrale, fianchi, interno coscia, attaccatura della coda, spalle, costato e nella zona tra spalla e collo.
  4. Determinare il fabbisogno energetico del cavallo: si distingue tra il fabbisogno di mantenimento e quello supplementare. La quantità di energia impiegata dal cavallo per mantenere le sue funzioni vitali e temperatura corporea viene chiamata fabbisogno di mantenimento. (energia digeribile ED in MJ).
    0,6 MJ ED x peso corporeo0,75
    Il fabbisogno supplementare (ED in MJ) rappresenta l’energia necessaria, in aggiunta a quella di mantenimento, per svolgere ogni tipo di attività che può essere training, crescita, allattamento oppure riproduzione. Il fabbisogno supplementare si suddivide in attività leggera, moderata ed intensa. La maggior parte dei cavalli impegnati a livello amatoriale svolge solamente attività leggera, per cui il 25 % di energia supplementare è generalmente sufficiente. Un cavallo da gara svolge attività moderata e il suo fabbisogno energetico aumenta del 25-50 %. Solamente pochi cavalli svolgono attività intensa e di solito sono impegnati a livello professionale nelle gare di galoppo, completo ed endurance. In questi casi il fabbisogno energetico supplementare del cavallo dovrebbe essere di circa 80 % in più.
    Puoi calcolare il fabbisogno energetico totale utilizzando le seguenti formule:
    0,6 MJ DE x peso corporeo0,75x 1,25
    0,6 MJ DE x peso corporeo0,75x 1,25 fino a 1,5
    0,6 MJ DE x peso corporeo0,75x 1,5 fino a 1,8
  5. Maggiore è il fabbisogno energetico e maggiore sarà il fabbisogno di proteine grezze digeribili: le proteine sono dei composti organici essenziali e svolgono delle importanti funzioni all’interno del metabolismo. Il fabbisogno proteico è proporzionale al peso del cavallo, pertanto un cavallo da tiro avrà un fabbisogno maggiore rispetto ad un piccolo pony. Il fabbisogno aumenta anche in base all’intensità dell’attività svolta, tuttavia bisogna sempre valutare obiettivamente la quantità di proteine somministrata. Un eccesso potrebbe gravare molto sul metabolismo.
    Considera sempre che se il fabbisogno energetico è coperto dalla dieta, è improbabile che abbia luogo una carenza proteica.

Come creo la giusta razione per il mio cavallo?

Prima di tutto bisogna calcolare il fabbisogno di mantenimento, ovvero l’energia di cui il cavallo ha bisogno per sopravvivere. Per far questo bisogna tenere conto dei seguenti fattori:

  • Peso e altezza del cavallo
  • Età
  • Razza e conformazione fisica (cavallo da tiro, da sella, purosangue, pony)
  • Stato di salute (malattie possono incrementare il fabbisogno energetico e di nutrienti)
  • Accesso al pascolo e alimentazione di base
  • Tempo trascorso all’aperto

La seguente tabella contiene i valori di riferimento per il fabbisogno energetico e di nutrienti necessari al metabolismo basale:

PC in kgED in MJPD in gCa in gP in gNa in gK in gMg in g
100199553252
200321601064104
4005427020128208
500643202515102510
600736353018123012

Esempio: un cavallo da 600 kg necessita di 73 MJ per il sostentamento del suo organismo. Durante l’estate trascorre 6 ore al pascolo e passa la notte in box. Al pascolo mangia ca. 4 kg di erba all’ora per un totale di 24 kg (1 kg di erba = 2,3 MJ ED). Grazie al tempo trascorso al pascolo il cavallo raggiungerà un apporto energetico di circa 55 MJ. Per raggiungere il fabbisogno energetico necessario per il mantenimento, il cavallo riceverà anche 3 kg di fieno con un valore energetico di 7,3 MJ/kg. In questo modo il cavallo che non svolge attività fisica, trascorrendo 6 ore al pascolo e con 3 kg di fieno sarà sufficientemente nutrito

Come secondo step bisogna calcolare il fabbisogno energetico supplementare in base all’attività svolta, che può essere leggera, moderata o intensa.

Übersichtsgrafik des Energiebedarf des Pferdes

Esempio: un cavallo da 600 kg impegnato a livello amatoriale svolge attività leggera durante l’estate. Fa una passeggiata in camapgna e galoppa per qualche breve tratto. Bisogna dunque aggiungere 25% al fabbisogno energetico di mantenimento. Il fabbisogno energetico totale sarà dunque 91,25 MJ ED.

Con 6 ore al pascolo si raggiungono 55,2 MJ, ma mancano ancora 36,05 MJ per coprire il fabbisogno energetico. Questi possono essere raggiunti grazie al foraggio e al mangime nelle seguenti proporzioni:

  • 5 kg di fieno (7,3 MJ al kg) = 36,5 MJ ED
  • 3 kg di fieno (7,3 MJ al kg) + 1,2 kg di avena (11 MJ al kg) = 36,06 MJ ED
  • ecc.
Übersichtsgrafik über die Rationsplanung des Futters